Stoccolma, 1767. Deve lasciare la città,
subito. Per il giovane compositore, l'unica possibilità di salvezza è
affrontare un lungo cammino e rifugiarsi a Trondheim. Lì cambierà
identità e, con il nome di Jon Blund, potrà dedicarsi anima e corpo al
suo grande amore: la musica. Ma il destino è sempre in agguato e, alla
fine, le strade della vita conducono tutte alla stessa destinazione: la
morte...
Trondheim, oggi. Il detective Odd Singsaker stenta a crederci.
Eppure è proprio lì: un antico carillon - risalente al XVIII secolo -
adagiato sul petto di una donna barbaramente assassinata, cui sono state
asportate le corde vocali. Oltre a quell'indizio inquietante, i suoi
uomini non hanno trovato nulla: non ci sono impronte digitali né tracce
di DNA, né testimoni che possano fornire un identikit del killer. Per
risolvere il mistero, Singsaker deve quindi aggrapparsi a quell'unica,
flebile traccia: l'ipnotica melodia suonata dal carillon. E ben presto
scopre non solo chi l'ha composta - un certo Jon Blund -, ma anche che,
nel corso dei secoli, è stata considerata una musica maledetta. Perché
promette il sonno eterno a chiunque l'ascolti...
Come ben sapete son un amante dei thriller nordici, ma devo dire che per me questo autore è nuovo, anzi, a dire il vero pensavo fosse un' opera prima, ma dopo aver preso il libro ho scoperto che si trattava di un secondo libro di una serie. Comunque si può tranquillamente leggere da solo, ci sono solo alcuni vaghi accenni a un caso dell'autunno prima. La storia è molto interesasnte ma forse è troppo semplicistica come indagine, ci son pochi colpi di scena, e l'atmosfra nordica che amo si vede solo a tratti nella parte finale del libro. Ci son alcune lacune, rispetto ai thriller nordici che leggo di solito la caratterizzazione del killer di turno è molto approssimativa e le possibili motivazioni scatenati sono solo accennate. La scrittura è scorrevole e semplice, decisamente troppo semplice, di certo non regge il confronto con la Lackberg, Adler Olsen, Indridason e via dicendo, ma tuttavia è comunque una piacevole lettura.
sabato 30 marzo 2013
lunedì 25 marzo 2013
Le pietre magiche di Shannara - Terry Brooks
Nel giardino della vita appassiscono le foglie dell'Eterea, la magica
pianta che da secoli mantiene il divieto contro il ritorno dei demoni e
assicura la pace al popolo degli Elfi. Nessuno potrà impedire la morte
dell'Eterea, ma c'è l'esile speranza che l'incantesimo si rinnovi, se
uno degli Eletti riuscirà a bagnarne un seme nella fontana del Fuoco di
Sangue. È un'impresa ai limiti dell'impossibile, una sfida contro il
tempo e contro il Male. Tra poesia e avventura, tra sortilegi e terrore
continua la meravigliosa leggenda di Shannara.
Veniamo a questa ultima lettura, per gran parte è veramente pesante da leggere, tutta la prima parte è noiosa come poche ma da metà in poi migliora, se non altro nella parte con Will, Amberle e Etreria, perchè nell'altro ramo narrativo nelle battaglie con Allanon e soci resta molto pesante e noioso. Will sembra una copia di suo nonno Shea, e i personaggi sono abbastanz stereotipati, ma le due figure femminili risollevano molto il tutto, Amberle e Etreria sono le uniche che hanno una certo spessore.
Non credo che leggerò altri libri dell'autore, non mi convince per niente, anche se ho ancora in casa il terzo libro del ciclo "La canzone di Shannara". Vedremo. Di certo non sono molto soddisfatto di questi due libri, anche se questo ha da la sua che almeno non è un plagione del Signore degli anelli come il primo.
Veniamo a questa ultima lettura, per gran parte è veramente pesante da leggere, tutta la prima parte è noiosa come poche ma da metà in poi migliora, se non altro nella parte con Will, Amberle e Etreria, perchè nell'altro ramo narrativo nelle battaglie con Allanon e soci resta molto pesante e noioso. Will sembra una copia di suo nonno Shea, e i personaggi sono abbastanz stereotipati, ma le due figure femminili risollevano molto il tutto, Amberle e Etreria sono le uniche che hanno una certo spessore.
Non credo che leggerò altri libri dell'autore, non mi convince per niente, anche se ho ancora in casa il terzo libro del ciclo "La canzone di Shannara". Vedremo. Di certo non sono molto soddisfatto di questi due libri, anche se questo ha da la sua che almeno non è un plagione del Signore degli anelli come il primo.
venerdì 15 marzo 2013
Absedium - Mariangela Cerrino
Trenta giorni. È il tempo che rimane a
Vercingetorige e ai suoi uomini per affrontare la vendetta di Giulio
Cesare. Poi non ci sarà più cibo né acqua nella città assediata dalla
furia romana, e il sogno di una Gallia libera morirebbe per sempre con i
guerrieri ribelli. Alesia è l'ultimo avamposto della sanguinosa rivolta
che ha decimato le legioni romane e messo a dura prova la sete di
conquista di Cesare. Per questo adesso i capitribù gallici che difendono
la città pregano solo che i rinforzi arrivino al più presto. È stato il
bardo Ceidrac a radunare da ogni angolo della Gallia l'esercito in
marcia verso la roccaforte. Con loro ha cavalcato Nesia, la veggente
sacra agli dèi e sposa di Vercingetorige: anche lei vuole combattere,
perché il figlio che porta in grembo possa nascere da uomo libero. E
ora, sotto le mura di Alesia, mentre il vento porta con sé le potenti
parole di Ceidrac, gli uomini di Gallia sono pronti a lottare fino alla
morte insieme al proprio capo, il "grandissimo re dei guerrieri" che ha
osato sfidare l'invincibile Cesare.
Giudizio contrastante su questo libro, il tema è un argomento a me caro, la campagna di Cesare vista dall parte dei celti gallici di Vercingetorice. Tecnicamente è stilisticamente niente da dire, la storia pure, ma manca un qualcosa, un pò di pathos, la caratterizzazione dei personaggi lascia un pò a desiderare fatta eccezione per il bardo Ceidrac. Per il resto niente da dire con la descizione della struttura sociale si di galli che di romani, con le teniche di combattimento e le battaglie stessa. Certo avevo letto un altro libro sull'argomento anni fa ed era di tutt'latro livello, mi riferisco a Il potere dei druidi di Morgan Llywelyn che non per niente è la mia autrice preferista specializzata in libri sui celti. Tuttavia il libro è comunque piacevole, e per gli amanti del genere è da leggere sicuramente, ma non aspettatevi una nuova Llywelyn.
Giudizio contrastante su questo libro, il tema è un argomento a me caro, la campagna di Cesare vista dall parte dei celti gallici di Vercingetorice. Tecnicamente è stilisticamente niente da dire, la storia pure, ma manca un qualcosa, un pò di pathos, la caratterizzazione dei personaggi lascia un pò a desiderare fatta eccezione per il bardo Ceidrac. Per il resto niente da dire con la descizione della struttura sociale si di galli che di romani, con le teniche di combattimento e le battaglie stessa. Certo avevo letto un altro libro sull'argomento anni fa ed era di tutt'latro livello, mi riferisco a Il potere dei druidi di Morgan Llywelyn che non per niente è la mia autrice preferista specializzata in libri sui celti. Tuttavia il libro è comunque piacevole, e per gli amanti del genere è da leggere sicuramente, ma non aspettatevi una nuova Llywelyn.
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