L'esistenza di Ed Kennedy scorre tranquilla. Fino al giorno in cui
diventa un eroe. Ed ha diciannove anni, una passione sfrenata per i
libri, un lavoro da tassista piuttosto precario che gli permette di
vivacchiare, e nessuna prospettiva per il futuro. Quando non legge,
passa il tempo con gli amici giocando a carte davanti a un bicchiere di
birra o porta a spasso il Portinaio, il suo cane, che beve troppo caffè e
puzza anche quando è pulito. Con le donne non è particolarmente
disinvolto, perché l'unica ragazza che gli interessi davvero è Audrey,
la ragione per cui è rimasto in quel posto senza vie d'uscita. Capace di
colpirlo al cuore con una frase: "Sei il mio migliore amico". Non serve
una pallottola per uccidere un uomo, bastano le parole. Tutto sembra
così tremendamente immutabile: finché il caso mette un rapinatore sulla
sua strada, e Ed diventa l'eroe del giorno. Da quel momento, comincia a
ricevere strani messaggi scritti su carte da gioco, ognuno dei quali lo
guida verso nuove memorabili imprese. E mentre Ed diventa sempre più
popolare, mentre nota una luce diversa negli occhi di Audrey e la gente
lo saluta per strada, inizia a domandarsi: da dove arrivano i messaggi,
chi è il messaggero?
Avevo letto dello stesso autore nel 2010 "La bambina che salvava i libri", libro che poi con l'uscita del film era stato rieditato con il nome più simile al titolo originale "Storia di una ladra di libri" e lo avevo adorato, quindi non potevo non leggere, seppur con molto ritardo, questo libro. Libro che poi ho scoperto è antecedente all'altro, anche se da noi è uscito dopo.
Lo stile di scrittura è ottimo e ti cattura subito dalle prime righe, è la storia è molto intrigante e particolare. Il protagonista Ed Kennedy che suo malgrado diventa un eroe e poi si ritrova con il mistero delle carte che lo obbligano a continuare l'opera di eroe. Si leggono tutto d'un fiato le vicende delle persone che si mette ad aiutare dopo gli indizia della carte e anche il finale strano lo ho trovato molto intrigante.
Voto 4 su 5
venerdì 13 aprile 2018
domenica 8 aprile 2018
La casa tra i salici - Katharina Hagena
La città è avvolta nel silenzio della notte. Ma Ellen non riesce a
prendere sonno. Si domanda se quegli occhi che ha incrociato di sfuggita
siano proprio di Andreas, il suo amico d'infanzia che non vede da anni.
Tutto è partito da quell'attimo. Da allora è stato impossibile frenare
il flusso dei ricordi che l'hanno riportata dove non avrebbe mai voluto:
a Grund. Alla casa tra i salici sulla riva del fiume; al gracchiare
lontano delle rane; al riflesso dorato dei campi di girasole. Lì dove
Ellen è cresciuta ed è stata felice, si è innamorata, ma ha anche
sofferto. Per sua madre che, ogni giorno più distante da lei, non poteva
più rallegrarla con la magia dei suoi dolci; per la fine della sua
amicizia con Andreas che all'improvviso, senza spiegazione, ha deciso di
non parlare più con nessuno. Per l'abbandono di Lutz, il padre di sua
figlia, che un giorno è andato via senza fare ritorno. Per Marthe che
non è mai riuscita a esprimersi veramente, lasciando che fossero le
pagine del suo diario a parlare per lei. Ma ora che le lancette corrono
trascinate dall'insonnia, Ellen deve fare i conti con il suo passato.
Deve cercare delle risposte ai troppi misteri che affollano la sua
mente. Deve scoprire se era davvero Andreas l'uomo che ha incontrato. Se
lui, che l'ha visto per l'ultima volta, sa cosa è successo a Lutz.
Perché a volte ciò che chiamiamo vita in realtà è un sogno, e ciò che
chiamiamo sogno è vita.
Avevo già letto qualche anno fa della stessa autrice "Il sapore dei semi di mela" e ho voluto darle una seconda possibilità, visto che almeno lo stile di scrittura mi aveva intrigato. Purtroppo lo stile è l'unica cosa che continua ad avere un lato positivo, ma anche questo libro è praticamente privo di contenuti. Abbiamo per tutto i libro degli aneddoti raccontanti da Ellen, messi senza un senso logico o cronologico, ma decisamente non si capisce dove si vuole andare a pagare. Qual'è il senso del libro? Io di certo non lo ho trovato. Trovo sia solo una raccolada di vicende scollegate e senza senso, ci ritroviamo in un libro praticamente senza storia. Poi ogni inizio capitolo troviamo la prima pagina scritta in corsivo da un 'altra persona, che per gran parte del libro non si capisce chi sia, ok voler tenere un pò di suspence, che comunque non c'è, ma almeno sapere chi sta raccontando. Non basta certo il pseudo colpo di scena dell'ultima pagina a risollevare le sorti del libro.
Decisamente la cosa più bella del libro è la copertina.
Voto 1,5 su 5
Avevo già letto qualche anno fa della stessa autrice "Il sapore dei semi di mela" e ho voluto darle una seconda possibilità, visto che almeno lo stile di scrittura mi aveva intrigato. Purtroppo lo stile è l'unica cosa che continua ad avere un lato positivo, ma anche questo libro è praticamente privo di contenuti. Abbiamo per tutto i libro degli aneddoti raccontanti da Ellen, messi senza un senso logico o cronologico, ma decisamente non si capisce dove si vuole andare a pagare. Qual'è il senso del libro? Io di certo non lo ho trovato. Trovo sia solo una raccolada di vicende scollegate e senza senso, ci ritroviamo in un libro praticamente senza storia. Poi ogni inizio capitolo troviamo la prima pagina scritta in corsivo da un 'altra persona, che per gran parte del libro non si capisce chi sia, ok voler tenere un pò di suspence, che comunque non c'è, ma almeno sapere chi sta raccontando. Non basta certo il pseudo colpo di scena dell'ultima pagina a risollevare le sorti del libro.
Decisamente la cosa più bella del libro è la copertina.
Voto 1,5 su 5
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